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15 novembre 2013

Cos'è lo scoutismo per me!!!

Prendendo spunto dall'altra sera, vi metto il link del lavoro che ho fatto qualche anno fa!!!

link cos'è lo scoutismo per me

11 agosto 2013

Ecco perché i desideri si avverano quando un stella cade...

In queste notti di stelle cadenti e desideri da esprimere, mi ha sempre incuriosito il rapporto che c'è tra le stelle ed i desideri... per cui ho cercato un po questo legame.

Trascrivo l'etimologia di desiderio, integrando tra parentesi.
Desiderio: Lat. Desiderium.
Composto di de- (che esprime mancanza o separazione: de-mente = stupido, privo di mente; de-capitare separare la testa - caput - dal corpo) e un derivato di sidus, siderìs "stella". Nel linguaggio latino degli àuguri (sacerdoti che avevano compito di predire il futuro, di capire il rapporto tra le cose, di scoprire la verità), "avvertire la mancanza delle stelle (sidera)", e perciò "sentire la mancanza di".
   Allora si capisce perché quando si desidera qualcosa, si avverte spesso un vuoto più grande dell'oggetto voluto.

In latino però de- esprimeva anche un complemento di luogo (de profundis = dal profondo) o rende, ancor oggi, più intenso il significato della parola cui si accompagna (de-predare: mettere a ferro e fuoco, predare proprio da cattivi).    E allora una ricostruzione etimologica un po' più arbitraria darebbe a de-siderare un significato più bello: chi desidera è al di là delle stelle o viene dalle stelle, chi desidera vuole qualcosa che è ignoto e che è oltre le stelle. Eppoi le stelle non si toccano sì, ma pure si vedono, e sono lì e non si muovono neanche.

Ecco perché i desideri si avverano quando un stella cade sulla terra, non è più irraggiungibile, ed il sogno si avvera!!!


Grazie a: Link

5 febbraio 2013

Creare un personaggio? Difficilissimo!!!

Voglio farvi partecipi di un lavoro che ho fatto negli ultimi giorni, ossia creare un background di un personaggio da usare in un gioco di ruolo, nel mio caso GURPS di matrice fantasy. Qui di seguito vi metto quello che son riuscito a fare, spero vi piaccia!!! il personaggio è basato su di un paladino che usa lo scudo come arma, un po inusuale come build.


Nome:  Icròs     
Cognome:  A’Erdna
Nato: il 2 Agosto del 361 A.N.W. (After New World) Appena compiuti  18 anni.
Residente:  Imhorazòn (ridente cittadina famosa per la fertilità delle sue valli) conosciuta come la nuova culla della conoscenza, governata dall’ “Ordine” un gruppo di saggi di cui si tiene celato ogni membro ed ogni attività, nessuno se ne preoccupa perché in città sembra che le cose vadano per il meglio.
Razza: lontanissimo discendente degli Aasimar, più umano che celestiale, dai tratti somatici che per genetica recessiva hanno sviluppato le tipiche caratteristiche degli Aasimar, i suoi genitori sembrano semplici umani.
Segni caratteristici: capellì grigio-argento, eterocromia, occhi sinistro blu e destro oro, corporatura robusta ed atletica,  alto 175 cm, piccolo tribale alla destra del volto, leggerissima cicatrice che divide il sopracciglio sinistro ed arriva fin sulla gota. Sembra molto più giovane degli anni che dimostra. Sguardo penetrante, e profondo, specchio del suo animo, spesso pare perdersi nei suoi pensieri ed il suo sguardo sembra scrutare un punto lontano nel passato. Se lo si osserva  con attenzione ci si accorge del “Possete” spirito,  ascoltando la sua voce si viene rapiti dalla profondità delle sue parole. Rapportarsi con lui non è semplice, esercita su se stesso un perenne controllo di parole e gesti, e da molta importanza al significato delle parole che vengono pronunciate e di ogni gesto che viene compiuto.
Carattere: Introverso, e molto riflessivo, una latente insicurezza (a causa del suo aspetto, oramai superata con la maturità).  Amante della solitudine preferisce i luoghi silenziosi, socievole ma non di compagnia. Determinato a riscattarsi. Compassionevole e pronto nel mettersi al servizio, ma al contempo quasi spietato con chi se lo merita. Un caratteraccio che affiora ogni tanto quando i suoi freni inibitori sono allentati da una bevanda particolare ereditata dalla famiglia, o dall’ alcool;  si impone Autocontrollo ineccepibile per non svelare il suo vero essere.  Infine curioso a tal punto da mettersi spesso nei guai.
Lavoro, Hobbies, ed attività: Lavora nei campi con il padre ed i fratelli, la loro famiglia è una dei tanti piccoli produttori di frumento della città di Imhorazòn, lavoro duro che da soddisfazione, ha donato al ragazzo un fisico scolpito, ama il lavoro faticoso che sfianca. La scuola non fa per lui, è la sua famiglia che gli insegna le basi del: leggere, scrivere e far di conto, ma è per sua curiosità insaziabile che inizia ad accrescere le sue conoscenze tutto da solo, spesso pensava quanto sarebbe stato bello lavorare in una biblioteca. Finito il lavoro nei campi dedica il resto del suo tempo alla lettura di antichi manoscritti che prende in prestito alla biblioteca, ogni argomento è di suo gusto e si interessa un po’ di tutto! Nei giorni liberi passa il tempo passeggiando nella natura tornando a casa sempre con qualche souvenir, piantine, pietre strane, oggetti bizzarri che trova e di cui non sa nulla.
Coltiva un hobby abbastanza bizzarro, coperto in uno di quei  stranissimi libri che legge,  un’antichissima arte, un tutt’uno tra il percorso l’opera e quello dell’artista, similitudine della vita e del suo scorrere, necessario cambiamento per non soccombere, mutamento e miglioramento. L’ arte del Bonsai che cerca di portare la magnificenza immortale della natura all’interno del labile vivere quotidiano.


Backgroud:   

“… ricordate che quello che sono è solo l’evoluzione di quello che son stato! Posso dire con soddisfazione di aver trovato la felicità su questa terra, e, finalmente ho la risposta alla domanda che un giorno mi spinse a partire:                                  
“Chi sei?”

Cronache di un Piccolo Avventuriero.
“Più conosci…, più conoscerai te stesso”


Avevo appena finito di leggere quel libro ad alta voce, lo facevo sempre, scolpìì dentro di me quelle parole finali,  stavo per rigirarmi quel libro tra le mani per annusarne il profumo l’ultima volta prima riportarlo in biblioteca.
A lei piaceva molto quel rituale, se lo gustava, poi scostandosi un poco per attirare la mia attenzione aspettava che posassi il mio sguardo nel suo.
“Tu, chi sei?” mi chiese, “Sono Icròs” risposi velocemente, “Quello è il tuo nome, ok…, ma Tu,  veramente chi sei?”
Avevo sempre evitato quella domanda, avevo paura di dargli risposta, “.. veramente… io…  non lo so…”
Lei mi sorrise, avvicinò la sua mano alla mia guancia e l’accarezzò, un bacio, “Non aver paura, lo scopriremo insieme” solo lei sapeva leggermi nel cuore.

Tutto ciò che era successo subito dopo stava tornando con un’ impeto travolgente, quel terribile peso di nuovo tornava per straziarmi!  Mi svegliai gridando dal dolore. Erano le prime luci dell’alba e l’ultima stella del mattino ancora splendeva indicando la strada ai viaggiatori. Ci volle un po’ per riprendermi, quando la coscienza riprese controllo del corpo mi accorsi di tenermi con forza il volto nella mano sinistra, tutto il dolore di quella cicatrice ardeva di nuovo, si era rinfiammato durante il sonno, durante il  sogno. Cercai nella tasca interna della giacca la mia bevanda speciale e ne feci una sorsata, come per magia il dolore sparì. Raccolte le forze, mi alzai scrutando  l’orizzonte … “Ah finalmente!!!” Riuscivo a vedere, ancora tre giorni di cammino e sarei arrivato al luogo della Prova. (luogo del raduno dove inizierà l’avventura, pensaci tu master)

Ripresi il cammino, la strada era lunga, segnata e sicura, ogni mio pensiero però  rivolto al passato, solo tre cose di cui non potevo fare a meno avevo messo nello zaino.
-Una piantina stranissima che avevo raccolto  anni prima e che mi dava molte soddisfazioni, sembrava assecondare i miei desideri, non avevo mai dovuto potarla e cresceva solo quel poco e nel modo in cui me la immaginavo, aveva un qualcosa di speciale oltre il colore delle fogli e del tronco. ( legno nerissimo e foglie argento, pianta magica? Scoprirò nel corso della storia essere il rarissimo LegnAcciaio).
-La ricetta speciale della nonna, una sorta di medicina che è in grado di far calmare il dolore (che in realtà è la ricetta grezzissima dell’elisir, mitica bevanda, semplici ingredienti di facile reperibilità, se mai nel corso della storia troverò qualcuno che conosce la magia per rendere la bevanda un’Elisis  me lo faccio creare. In questa forma ne sono dipendente perché la miscelo al 50% con alcool, in realtà sono un’analgesico dipendente, ma tutti pensano sia solo alcool).
-Una pietra dai riflessi multicolori di cui ancora non so nulla che porto dietro come portafortuna (qui il master si può sbizzarrire con la fantasia) Erano alcuni mesi che avevo lasciato tutto, e solo da una settimana mi sentivo il cuore pieno di speranza per aver intrapreso il cammino di rinascita, solo una cosa mi spaventava, “Quando per la stanchezza mi addormentavo!”

Mentre la difendevo con tutto me stesso, quelle guardie ci circondarono, tutti i colpi erano per me cercando di riprendersi  Eleisewin. Un solo colpo bastò, un rapido fendente dal basso verso l’alto spaccò zigomo e sopracciglio, il dolore ed il sangue nell’occhio mi offuscarono riflessi e vista. Avevo sempre voluto evitare le dispute e le zuffe, non avevo nessuna esperienza di lotta, quindi mi trovavo in una situazione molto difficile, affrontarne tre per di più disarmato …   Braccia e gambe erano già livide e piene ti tagli, non capivo cosa mai volessero da lei, la volevo al sicuro. Senza accorgermene uno dei tre di scatto scartò di lato avventandosi su di me, ero pronto a farmi maciullare le braccia per parare il colpo, mentre mi stava per colpire qualcosa di morbido mi abbraccio, era tra me e la spada, il nostro sangue si mischio alle nostre lacrime.  Eleisewin mi aveva difeso! L’abbraccio perse forza e dovetti sostenerne il peso, i tre entrarono nel panico e non sapevano che fare, “Non doveva accadere assolutamente nulla, alla Prescelta!!!” gridò uno di loro “Siamo nei guai” disse un’altro. Con delicatezza poggiai il suo fremete corpo a terra e travolto dalla rabbia mi scagliai in faccia alla morte…  Mi spinsero lontano, per loro fu facile ridurmi in fin di vita, non potevo nulla contro di loro, mi impedivano di raggiungerla di nuovo, con le sole forze rimaste riuscii a tirarmi su lungo il tronco di un’ albero, non gli avrei mai dato soddisfazione, li schernivo con lo sguardo, ero pronto a morire!!!
Un lampo ed un  boato esplose tra loro, li scagliò lontano, un mantello bianco era al loro posto, cercai di rimanere vigile ma persi i sensi.

Quando mi svegliai, non riuscivo a muovermi, avevo tutto il corpo intorpidito dal sonno e dal dolore, inoltre ero coperto da bende strettissime che di certo non mi permettevano di muovermi come volevo. “Dov’ero? Eleisewin? Me l’ero cavata e qualcuno ci aveva salvati? Chi era quell’uomo col mantello?” mi riempivo di domande a cui non sapevo rispondere… Cosa era successo?  La tensione saliva ed avevo il fiato corto, per cui cercai di rilassarmi respirando profondamente, con calma riuscìì a sedermi e mi guardai attorno. La stanza era piccolina, ci entrava appena il letto su cui ero disteso, una sedia ed una mensola stracarica di libri. Dei Passi! Qualcuno stava arrivando! “Eleisewin sei tu?” Gridai, “ho ho, bene, immaginavo ti saresti svegliato” una voce profonda parlò da dietro la porta che si aprì mostrando le spalle di un’ uomo indaffarato a trasportare qualcosa. Appena si girò notai subito il vassoio pieno di cibo, poi mi soffermai sul suo aspetto sembrava un uomo di 40 anni dall’ aspetto molto curato e rassicurante. Non sembrava un’ uomo qualsiasi, si respirava nella stanza l’immensa esperienza che possedeva. “Saziati poi andremo dalla ragazza!” mi appoggiò il vassoio sulle gambe e si sedette sulla sedia li vicino, si mise comodo e mi chiese il nome, chi ero e da dove venivo, mentre mangiavo gli raccontai di me… di Eleisewin… e dell’agguato… Lui mi disse di come ci aveva trovato, li in difficoltà, mai avrebbe potuto abbandonarci, non se lo sarebbe perdonato. Tramite una magia piombò come un fulmine  tra loro scaraventandoli a terra con una potenza esplosiva, pensava di essere arrivato troppo tardi,  “Ma fortunatamente non era così!” e sorrise. “Quindi sei un mago?” chiesi, “Si! E non solo! Credo che tu stia meglio ora, Forza andiamo!!!” Aiutò ad alzarmi, e mentre mi metteva un mantello sulle spalle chiese “Come hai detto che si chiama la ragazza?”, “Eleisewin”, “Bene”; “Stiamo uscendo?”, “Non è qui in casa?”; “No”.
Sentendo quel “No” qualcosa mi scosse…  ma il suo sorriso era rassicurante!
Mentre mi sosteneva sottobraccio uscimmo, eravamo nel fitto del bosco  e casa sua sorgeva in una piccola radura rischiarata dal sole, “Come ti chiami?” provai a chiedere con riverenza, “Sparviere”, “Allora, Grazie, Sparviere” e ci incamminammo in silenzio.

Arrivammo ad una radura che riconobbi subito, era quella dove ci piaceva molto stenderci a leggere, ma qualcosa era diverso… ai piedi di un’ albero un piccolo cumulo ricoperto di fiori mi mostrò la dura verità… era li che Sparviere intendeva farmi incontrare la mia amata Eleisewin… corsi disperato su quel cumulo, mi accasciai al suolo ed iniziai a piangere e singhiozzare, battevo i pugni in terra, non era vero, non ci credevo, le lacrime mi lavavano il volto, sembrava non finissero, provai a gridare dal dolore ma un roco sibilo uscì dalla gola, disperazione, solo disperazione provavo in quel momento, più piangevo più il dolore aumentava, più aumentava il dolore più piangevo.
Con una delicatezza soprannaturale Sparviere si avvicinò a noi, e tramite la magia incise sull’albero il nome di Eleisewin con caratteri antichi, magnifici! Nulla poteva darmi conforto, niente riempiva il vuoto che mi lacerava, solo a sera sembrava avessi finito le lacrime, ero stremato a tal punto che Sparviere dovette riportarmi in spalla in casa, pian piano in me la letargia prese il sopravvento, ero il solo responsabile della sua morte, non me lo sarei mai perdonato, Mai…

Ci volle circa una settimana per riprendermi fisicamente, ma non riuscivo a darmene una ragione…
Sparviere la sapeva lunga, conosceva ogni oscuro segreto della città di Imhorazòn, perché era lui che se ne prendeva cura e faceva in modo che la giustizia vegliasse sulla città, Io ed Eleisewin eravamo stati coinvolti in qualcosa di più grande di noi, e purtroppo avevamo perso tutto…
Non poteva vedermi in quello stato per cui si prendeva cura di me, e cercava in ogni modo a provocarmi, a farmi uscire dalla letargia, un giorno prese il discorso, “Se avessi la possibilità di vendicarti sui vostri aggressori cosa faresti?” Non gli diedi risposta… “Li uccideresti?” “Probabilmente non ne sarei in grado…” “E se io ti dessi il potere, le conoscenze e la forza per farlo, cosa faresti?”; “…” “chiederei giustizia, ma non sarei capace di uccidere…”; “Bene, bene, bene, non potevo aspettarmi meglio da te!!! Diverrai mio allievo ed io ti darò il potere di proteggere le persone, inoltre quando sarai pronto farai il Voto del Bianco, in onore di Eleisewin, di modo che lei sia sempre al tuo fianco”. Avevo perso l’amore, ma avevo trovato qualcuno che aveva seminato in me la fiducia e la speranza, potevo riscattare il mio errore!

Passai 3 mesi ad allenarmi come difensore imparando l’arte dello scudo e della spada, inoltre Sparviere si accorse di una mia predisposizione alla magia bianca, ma lui non volle insegnarmi nulla di magia diceva sempre che ce ne sarebbe stato il tempo, la mia famiglia mi credeva scomparso, o morto, e Sparviere suggeriva tener nascosti tutti gli eventi a costo che la sua famiglia lo credesse morto. Lui avrebbe risolto la delicata vicenda della morte di Eleisewin, della Prescelta, solo lui poteva farlo, lui conosceva i membri dell’ ”Ordine”. Una notte, feci visita a casa, ma stranamente non trovai nessuno, avevano lasciato un messaggio in bacheca caso mai fossi tornato a casa in loro assenza “Siamo in visita alla nonna, ci trovi li, ti vogliamo bene” piansi lacrime amare mentre sceglievo le uniche cose di cui avevo bisogno, solo alla mamma non potevo mentire per cui lasciai un bigliettino nel barattolo della farina, “Grazie, vi voglio bene anch’io, non preoccupatevi”. Il giorno dopo Sparviere mi parlò in dettaglio del Voto del Bianco, per onorare il patto non avrei dovuto in tutta la mia vita falciare una vita nemmeno per errore, per onorare il patto un perenne, piccolo, martellante dolore avrebbe percorso le mie membra, nessun dolore sarebbe stato forte quanto quello di aver perso Eleisewin, per cui accettai senza remore!!!
Ma in realtà quel dolore per un ragazzo come me era insopportabile per cui decisi di abituarmi pian piano facendo ricorso alla medicina della nonna e all’alcool, di cui ne divenni dipendente! Tre settimane dopo Sparviere mi ritenno pronto per la “Prova” e partii! (la prova me la darai tu master? Secondo sparviere la prova è l’avventura che vivrò)

(x il master) Allora il Background finisce qui, spero di averti incuriosito dato che non ho dato spiegazione di alcune cose… se sei interessato le svilupperò oppure lo farai tu nel corso della storia. :D :D :D

25 gennaio 2013

Quei giorni che.... Ti senti FELICE!!!

Avete presente quei giorni in cui dai il meglio di te, sei sicuro di sistemare delle pratiche in quattro e quattr'otto, ma mentre sei li ti spiegano che non hai tutto il necessario.... che devi tornare. Gentilmente ti dicono cosa manca, te lo appunti e ti senti quasi in imbarazzo per aver disturbato!

be, mi è successo qualcosa del genere lunedì, direte, che bel modo di iniziare la la settimana,
tutto sommato  ero tranquillo avevo fatto del mio meglio, quindi con un po di rammarico ma soddisfatto tornavo a casuccia. Tempo di andare in giro non ne avevo per cui con il buon reader mi metto a leggere in treno.

Mi chiederete, perché tutta questa storia se alla fin fine è stata una giornata come le altre, be, perché il meglio è avvenuto scendendo dal treno alla stazione di Velletri!!!

Come sempre me la prendo comoda a scendere, di solito sono uno degli ultimi, quel giorno il treno arriva e ci lascia sul secondo binario, quindi con comodo si deve arrivare in testa ai binari e poi si torna indietro (c'è il treno sul primo binario e non si può mica scavalcare) alzo lo sguardo ed incrocio uno sguardo, niente di più. "Penso"

Senza nemmeno accorgermene raggiungo la prima porta della stazione e la apro in contemporanea con una ragazza, (quella dello sguardo) e faccio a mo' di cavaliere per farla passare. In quei cinque metri che ci separano dalla seconda porta faccio in modo da non sorpassarla, nell'ultimo metro penso: "Gli apro la porta" ma vengo sorprendentemente anticipato, lei scatta si gira, mi guarda ed apre la porta di spalle, mentre accenna un sorriso! Sinceramente non so che espressione avevo in quell'istante (sorpreso? avrò sorriso?), l'ho ringraziata.

Mi son distratto un'attimo, Sparita!

Ecco una giornata che sembrava insignificante acquista nelle piccole cose un gran Valore!!!
Qualcosa si è impresso dentro di me, spero se mai la rivedrò, di riconoscerla e di ringraziarla di nuovo, non solo per la porta, ma per aver dato significato a questa giornata!!!

3 gennaio 2013

Anime che si Incontrano

Suona la sveglia, son desto?

Man mano che torno alla realtà tutto si dirada, quello che prima era chiaro e limpido ora svanisce come la bruma al sole...
Due parole, solo due, le ripeto a catinella, mi aggrappo a quelle perché sento che sono importanti, ma saranno quelle giuste? sono proprio loro, o altre, avrò capito bene? chi lo sa, lo spero di cuore...

Due parole, il Nome di colei che questa notte mi ha trovato :D

Il solito sogno in cui cerchi l'uscita ma non la trovi, ma lei ha trovato me. Mi ero perso e mi ha guidato sulla nel ritorno. Non posso credere solamente che sia solo frutto della mia immaginazione, come ha fatto il mio cervello a tirar fuori un nome ... non ci voglio credere! Ti cerco ma non ti trovo, ancora cerco di estrarre dettagli dal sogno... ma non demordo!

Piuttosto,

voglio credere come dice Coelho "Gli incontri più importanti sono già combinati dalle anime prima ancora che i corpi si vedano." e lui prosegue dicendo "Generalmente essi avvengono quando arriviamo ad un limite. Quando abbiamo bisogno di morire e rinascere emotivamente."

Stella, sei stata questa notte la mia stella polare, centro di gravità del cielo stellato, tra tante, te mi hai guidato!

Dedicato a "Stella Palmieri".

Andrea Sorci.
p.s. il sogno finiva subito dopo esserci presentati, io ancora sto cercando te e farò di tutto per farmi trovare di nuovo.